Il “Santucce Storm Festival” e il “Festival della Scienza Cauthamente” insieme per un pomeriggio culturale.
Pubblicato il 15 novembre 2025 • Cultura
Telmo Pievani fa ter.
A distanza di qualche anno ritorna a Castiglion Fiorentino il filosofo della biologia e questa volta l’appuntamento vede la collaborazione con l’associazione Cautha che lo scorso mese di ottobre ha organizzato il “Festival della Scienza Cauthamente”. E sulla scia del rapporto con l’amministrazione comunale è nata questa sinergia tra il premio letterario “Santucce Storm Festival” e l’associazione cortonese per l’evento con il professor Pievani, divulgatore scientifico di fama internazionale.
“Siamo molto contenti, molto emozionati di portare una parte del nostro Festival a Castiglioni organizzando lo spin off con il professor Pievani” dichiara Sofia Petrucci, segretaria dell’associazione Cautha accompagnata per l’occasione dalla vice presidente, Ginevra Lachi.
L’appuntamento culturale, venerdì 21 novembre alle ore 17.30 presso la Chiesa di Sant’Angelo al Cassero, è preceduto dall’ultimo incontro del concorso letterario “Santucce Storm Festival”. L’incontro con i sei finalisti dell’undicesima edizione è previsto alle ore 16.30 sempre presso la Chiesa di Sant’Angelo al Cassero.
“Quest’anno abbiamo anticipato la finalissima che si terrà il 30 ottobre per ospitare David Szalay, scrittore canadese di origini ungheresi, vincitore del Booker Prize 2025 per il suo romanzo ‘Nella carne” afferma Claudio Strat, consigliere dell’ICEC.
Un pomeriggio dedicato al mondo della cultura quello di venerdì prossimo ma che può anche dare spunto per riflessioni anche di natura filosofica-scientifica.
“Telmo è una vecchia conoscenza di Castiglion Fiorentino e ci fa davvero piacere ospitarlo di nuovo perché è una mente lucida che appassionerà sicuramente tutti. Lui viene con questo tema ‘ se l’uomo nasce o diventa cattivo’ e con questa ulteriore suggestione che ‘la guerra non è scritta nel DNA’, titolo della sua conferenza. Credo che davvero valga la pena ascoltarlo sarà una bella occasione per i giovani e i meno giovani” spiega l’assessore alla Cultura, Massimiliano Lachi.
Una concezione semplicistica dell’evoluzione la associa normalmente alla “sopravvivenza del più forte”, cioè a una lotta competitiva e spietata, ma così si dimentica che le strategie evolutive possono essere le più diverse. In molte condizioni ecologiche, la cooperazione è la scelta vincente. Inoltre, alcune tra le maggiori invenzioni evolutive si sono realizzate grazie alla simbiosi, cioè all’unione di specie diverse che diventano indispensabili l’una all’altra e talvolta addirittura si fondono. Grazie a queste unioni per la vita abbiamo la cellula eucariotica e gli organismi multicellulari come noi. Anche la socialità umana è diversificata e ambivalente: siamo bravi a cooperare ma tendenzialmente con chi ci assomiglia all’interno di un piccolo gruppo, in conflitto contro altri gruppi. Dovremmo allargare quel “piccolo noi” che ci protegge, ma facciamo fatica a emanciparci dal tribalismo ancestrale, ora anche digitale. La guerra, quindi, è una possibilità comportamentale, non una necessità. Un’invenzione recente nella storia umana, della quale potremmo benissimo fare a meno.
“La parola ‘scienziato” – conclude Telmo Pievani – “è nata nella prima metà dell’Ottocento. Fino ad allora chi si occupava dello studio sperimentale della natura era definito ‘filosofo della natura’. Questo perché la filosofia è (o dovrebbe essere) la palestra di analisi razionale e logica della realtà. La filosofia della scienza, in particolare, si occupa del metodo scientifico, delle modalità di ragionamento e dei temi teorici che emergono dalla ricerca scientifica. Restringendo il campo alla biologia evoluzionistica e all’evoluzione umana, si pensi al valore filosofico di queste domande: da dove veniamo? Qual è il posto dell’umanità nella natura? Che cosa intendiamo quando diciamo che un comportamento è “naturale”? Quale impatto evolutivo hanno le nuove tecnologie? Eccetera. Il sottoscritto poi è un caso particolare di filosofo della biologia - di tipo ‘ibrido’ o ‘empirico’ si dice - perché da 15 anni lavoro in un Dipartimento di Biologia, e non di filosofia, le mie pubblicazioni sono prevalentemente su grandi riviste scientifiche, il mio gruppo di ricerca a Padova è composto da scienziati, poiché da filosofo mi occupo dei modelli, delle domande di ricerca, dei quadri teorici delle ricerche, della scrittura dei paper, del confronto fra ipotesi”.